Ho avuto nuovamente il piacere di essere intervistata dal Gruppo Svitati47, che si occupa da anni con di acquisizione e divulgazione di informazioni e notizie sulla Sindrome di Klinefelter ed altre anomalie del numero dei CROMOSOMI XY.
Questa volta il tema dell’intervista era la possibilità di strutturare interventi precoci nel caso si ritenga che il bambino, per la sua condizione genetica o per altri motivi, possa sviluppare difficoltà di apprendimento.

Colgo l’occasione per invitare tutti a visitare il sito del Gruppo Svitati47, estremamente ricco di informazioni, chiaro e completo: https://grupposvitati47.com

Di seguito il testo dell’intervista:

Il test prenatale viene effettuato per determinare anche se il feto presenta delle anomalie genetiche che predispongano alla disabilità intellettiva, tuttavia mancano poi le  informazioni relative a interventi strutturati precoci nell’ambito di questa disabilità.

Oggi sappiamo che il Programma di Arricchimento Pre-Strumentale (PAPS) rappresenta un percorso educativo ed abilitativo strutturato applicabile a bambini con disabilità cognitiva e disturbi dell’apprendimento a partire dai 18 mesi di età.

 Le evidenze scientifiche, da un lato confermano la grande plasticità del cervello umano, dall’altro evidenziano l’importanza dell’intervento precoce.  Fondamentale quindi per noi genitori non aspettare che i sintomi si palesino ma informarsi e apprendere da chi conosce bene e applica metodi che diano la possibilità di intervenire precocemente. 

Ci siamo quindi rivolti alla Pedagogista Nicoletta Bosco affinché ci illustri in cosa consiste esattamente il Programma di Arricchimento Pre-Strumentale (PAPS) e con quali modalità i genitori di bambini con potenziali disabilità cognitiva e disturbi dell’apprendimento se ne possano avvalere.

.
1 – Quale fascia di età è rivolto esattamente il programma PAPS ?
È importante chiarire fin da subito che il metodo Feuerstein, che insieme ad altre teorie ha ispirato il PAPS, si rivolge a persone di ogni età, indipendentemente dalla loro condizione, perché parte dall’assunto che l’essere umano è modificabile in ogni fase della sua vita. Tuttavia, sappiamo che il massimo della sinaptogenesi si ha fra i tre e i cinque anni di età, pertanto, se si è a conoscenza del fatto che il bambino, per via della sua condizione genetica o per altri motivi, potrebbe avere problemi di apprendimento, è bene intervenire subito.
Il prof. ReuvenFeuerstein aveva ideato i suoi straordinari strumenti (“libretti” di schede da somministrare con competenza, ciascuno centrato su determinate operazioni mentali) per bambini e ragazzi a partire dagli otto anni. Solo nel 2000 è stato messo a punto il Programma di Arricchimento Strumentale Basic, mirato a sviluppare le funzioni cognitive emergenti nei bambini tra i quattro e i sette anni di età. In questo caso la grafica è più adatta ai bambini piccoli, così come i processi su cui gli strumenti insistono e i contenuti. Si tratta ad ogni modo prevalentemente di materiale “carta e matita”, che non è pensabile utilizzare con bambini più piccoli o con bambini che hanno difficoltà gravi. In questi casi è necessario intervenire con il gioco, che deve comunque avere una finalità educativa. Al FeuersteinInstitute di Gerusalemme, istituto fondato da ReuvenFeuerstein, centro della formazione e dell’applicazione del metodo, vengono seguiti anche bambini molto piccoli, tuttavia il programma non è stato “codificato” per loro così come è avvenuto per i ragazzi più grandi. Dal mio punto di vista, questo è un “vuoto” che aveva bisogno di essere colmato.
Ci hanno pensato due terapiste italiane, Chiara Leoni e Loretta Pavan, che hanno sviluppato un percorso di lavoro volto al potenziamento del funzionamento cognitivo del bambino piccolo, che si colloca nel quadro teorico e metodologico della Pedagogia della Mediazione. Gli autori a cui si ispira il programma sono Vygotskij, Bruner e Feuerstein.
.
2 – Come funziona il PAPS ?
Il PAPS prende a prestito alcuni aspetti della mediazione di Feuerstein, ossia la dinamica della relazione con il bambino che favorisce l’apprendimento. Le aree di intervento, fortemente correlate tra loro, sono l’area cognitiva, l’area del linguaggio, l’area motoria e quella emotivo – relazionale. L’area cognitiva rappresenta il subsistema centrale su cui intervenire, questo aspetto distingue forse il PAPS da altri percorsi terapeutici. Gli obiettivi dell’area cognitiva sono tre: favorire lo sviluppo delle attività cognitive primarie, strutturare i concetti, costruire le abilità propedeutiche alla letto-scrittura. Intervenendo presto il bambino acquisirà fin da subito abitudini cognitive funzionali e il suo percorso scolastico sarà più proficuo. Sappiamo com’è difficile scardinare abitudini disfunzionali nei ragazzi e negli adulti!
.
3 – Quali materiali si utilizzano ?
Non esistono degli “strumenti PAPS”, si utilizzano i giochi e i materiali più disparati, sulla base delle esigenze del bambino. Fra le tante cose, si gioca ad esempio con i blocchi logici, le torri, i cubetti, gli anelli, ma anche con materiali che si possono costruire con nastri, corde, bastoncini, pannelli in compensato … più che il “cosa”, forse è importante il “come”. I concetti vengono scomposti in parti più semplici, così che piano piano, un passo per volta, il bambino possa costruirli e interiorizzarli, prima con materiali concreti, poi passando al piano rappresentativo. Siamo abituati a pensare che i concetti si acquisiscono in modo spontaneo, ma non sempre è così, in alcuni casi è necessario intervenire con pazienza e competenza. Ci vuole del tempo, ma quando si hanno basi solide, sarà possibile poi erigere un “edificio” del pensiero articolato e completo.
.
4 – Qual è il ruolo del genitore nel percorso terapeutico ?
Il ruolo del genitore è centrale: come per camminare è importante fare esercizio ogni giorno, allo stesso modo la mente deve “allenarsi”quotidianamente nel modo corretto e non solo nelle ore di terapia. Pertanto, è importante che il terapista condivida con i genitori le attività svolte, affinché possano essere riprese a casa e a scuola. Il genitore ha inoltre il compito di mettere in contatto e “orchestrare” tutte le figure coinvolte nell’educazione del bambino: insegnanti, mediatore PAPS / metodo Feuerstein, terapisti (logopedista, psicomotricista, ecc.).
.
5 Come reagisce solitamente il bambino alle attività proposte ?
Noi educatori sappiamo qual è il fine del nostro intervento, ma il bambino esperisce soltanto che sta giocando, prova piacere nel farlo e più avanti nel tempo vorrà ripetere le esperienze di apprendimento! È così che, a partire dalla più tenera età, si costruisce la motivazione intrinseca all’apprendimento e poi allo studio.

Ringraziamo la Dott.ssa Nicoletta Bosco per la consueta disponibilità nello spiegarci con chiarezza le risorse disponibili ed efficaci per i bambini che subiscono, più di altri, le possibili conseguenze della variazione dei cromosomi XY.